Condannati a morte (senza attenuanti)

27 febbraio 2023

La tragedia di oggi ci condanna, perché condanna la nostra indifferenza davanti al grido di tanta umanità e la nostra ipocrisia – ce lo ricorda Don Ciotti – di chiamare “migrazioni” quelle che in realtà sono deportazioni indotte, “costrette da un sistema economico intrinsecamente violento, che colonizza e sfrutta”.
Condanna chi è tanto crudele da chiamare “clandestino” chi semplicemente lotta per il diritto alla speranza per sé per i propri figli e chi, per un pugno di voti in più, fa prove di forza sulla pelle di disperati.
Condanna chi ha gettato l’ombra del sospetto sulla solidarietà, chi ha ignorato una richiesta di soccorso umanitaria europea e chi continua con ipocrisia a parlare di “casa nostra” e “casa loro”, dimenticando che la casa è sempre comune.
Sì, la tragedia di oggi ci condanna tutti, perché in fondo tutti abbiamo pensato che quegli uomini, quelle donne e quei bambini sono “poveretti” e “sfortunati”, così, tanto per assolverci un po’.

 

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