UN SERENO 2018

La fine dell’anno è il tempo dei bilanci. Ne ho fatto uno appena un mese fa, allo scadere della metà del nostro percorso, nel quale ho detto molto, a proposito di risultati e anche di aspettative deluse.

Vorrei pensare a quello che ci attende nel 2018 che sta per iniziare. Vorrei provare a immaginare come sarà la nostra città tra 365 giorni o, ancora meglio, come bisognerà proseguire il lavoro.

Ho cercato di camminare con un metodo. Non mi piacciono i facili entusiasmi, ma neanche posso minimizzare quello che mi aspetto. Non mi pare di avere mai detto che sotto i nostri passi fiorisce il deserto, ma è giusto – quando è necessario – ripensare al momento della partenza. Ho imparato a bandire parole troppo impegnative (spesso si dimentica il significato e, per questo, se necessario le ho messe tra virgolette), ma con moderazione e schietta determinazione spesso ho dovuto mettere in chiaro (o almeno ci ho provato) alcune questioni. So che alla maggior parte dei cittadini interessa poco il rimpallo di responsabilità o il gioco del “ma tu, prima…”, ma è pur vero che in ogni cosa c’è un prima e c’è un dopo. Non sempre ho detto (o potuto dire) cosa e come si stava facendo, perché nell’agire amministrativo (e nelle fasi dei procedimenti) c’è una gradualità e non sempre da una fase del lavoro è facile vedere il traguardo. Per tutto questo abbiamo pagato anche il prezzo del non essere compresi, ma quello che conta sono i risultati. E abbiamo cercato sempre di evitare gli annunci se non a “cose fatte” o che i fatti parlassero.

Qualche esempio? Il 2017 sarà ricordato come l’anno della discussione sull’edilizia scolastica. Dopo un lavoro di 22 mesi, solo a novembre abbiamo potuto dire a che punto siamo arrivati. Ci sono stati lunghi mesi nei quali si gioiva per i successi degli altri per sottolineare una nostra incapacità. Ma siamo qui a dire che nel 2018 le cose potranno davvero cambiare. Questo 2017 sarà ricordato anche come l’anno dei prepensionamenti. Sappiamo con quanta difficoltà ci siamo affrettati ad arrivare ad una decisione che, in quel momento, era l’unica possibile per salvare conti sempre più in difficoltà. Dopo un lavoro di 12 mesi, possiamo dire che non era vero che non avremmo potuto assumere vigili o operai. Abbiamo portato a tempo pieno l’orario di un operaio e assunto a tempo indeterminato (anche se parziale) un nuovo vigile urbano e nel 2018 andremo avanti. Questo 2017, iniziato con la nevicata “del secolo”, con lo sciogliersi della neve ha riproposto il problema della viabilità (soprattutto in alcune zone come quelle interessate dai cantieri dell’elettrodotto) presentato giustamente dai cittadini quasi quotidianamente. Dopo quasi 30 mesi di confronto e di dialogo, abbiamo portato a casa un importante tesoretto per sistemare una intera area della città. Sapevamo del lavoro che si stava facendo, ma non ne abbiamo parlato fino al raggiungimento del risultato è ciò anche quando sarebbe stato più semplice dare garanzie.

La grande questione del bilancio ha segnato e continuerà a segnare il nostro percorso assorbendo tempo e energie. Non mancheranno occasioni per tornare a parlarne. Dico solo che, per questi motivi, anche quest’anno non siamo riusciti a chiudere la previsione al 31 dicembre.

Tornando al futuro, dico che il 2018 sarà un anno di grandissimo impegno per la città, a partire da importanti procedimenti che dovremo essere – tutti insieme – all’altezza di affrontare. Vanno a scadenza affidamenti e bisognerà avviare complesse procedure di gara: penso ai servizi del piano sociale, ma anche, tra l’altro, alla casa di riposo, alla piscina. E così, andranno in appalto i lavori per il Palazzo dell’Artigianato e per la viabilità così come – l’auspicio è che ci riusciamo – per la scuola. Penso, poi, al fatto che i più importanti progetti (con le risorse che possono portare) per i servizi alla persona e l’inclusione sociale richiedono il grosso sforzo del fare squadra tra noi e con altri ambiti distrettuali: la strada obbligata è quella dei progetti europei, un metodo nuovo che ha cambiato, nel volgere di pochi mesi, i percorsi per le politiche sociali.

Il lavoro è molto, le procedure più complesse e le risorse dovranno essere messe a sistema se vogliamo vincere anche queste sfide. Sarà più che mai necessario il contributo di tutti e questo sarà possibile anche abbassando il livello di conflitto, che non vuol dire rinunciare a un inesistente “dominio” di qualcuno su qualcun’altro, ma semplicemente cercare di raccogliere disponibilità, competenze, contributi, facendo sintesi tra le differenze.

La città va costruita disperdendo il pericolo dell’imposizione, di quel “dominio” che può far ritenere esistente una unica e indiscutibile “verità” che si vince con la ricchezza delle diversità che riescono a dialogare tra di loro.

In fondo io credo che le lingue diverse sono un mezzo per superare un pericolo: non una disgrazia, ma un fatto naturale che, nel rispetto reciproco, dobbiamo assecondare. Buon anno!

Simone Dal Pozzo – Sindaco di Guardiagrele

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