Noi, continuiamo a pedalare!

“Drammatico” è l’aggettivo preferito del gruppo “Insieme si può” che da due anni ormai profetizza commissariamenti e scioglimento del consiglio comunale a giorni alterni e mi accusa di inadeguatezza e incapacità.

Oggi aggiunge anche che mi atteggio a vittima. In realtà, io e la mia amministrazione non ci atteggiamo: siamo vittime di una serie di situazioni che chi ha amministrato prima forse non ha conosciuto o non ha voluto conoscere perché ha governato, quanto ai conti, scaricando sul futuro le conseguenze che oggi stiamo subendo.

Il dato politico che rilevo è che da questo gruppo (Caramanico) non ho mai sentito, negli ultimi 24 mesi, una osservazione o una riflessione su scelte e responsabilità dell’amministrazione di destra che ci ha preceduti. Ma l’obiettivo di screditare e “demolire” che lo accomuna all’altra opposizione (Di Prinzio) è di una evidenza lampante. Insomma, “marciare divisi, colpire uniti! “

Altro fatto che rilevo, ancora una volta, è la mancanza assoluta di proposta, se si fa eccezione della TASI, cavallo di battaglia di Caramanico, che lo porterà a rivendicarla per i prossimi anni come l’unica soluzione ai nostri problemi. Insomma, avremmo dovuto tassare i cittadini per avere una entrata risibile, cosa che noi abbiamo deciso di non fare ricevendo, per altro, in cambio un ristoro dallo Stato che è ben più corposo di quello che sarebbe entrato applicando il Regolamento da lui proposto.

A proposito di proposte, in tema di bilancio, al di là di un esame autoptico delle voci e della critica generale, nulla è pervenuto dal gruppo di centrodestra: non un emendamento, non una indicazione, ma solo la denuncia di presunti errori, scaricati, ovviamente, su di noi.

Un caso è, ad esempio, quello delle spese per lo sgombero della neve. Non ho ancora capito se si vuole dare un contributo a trovare la soluzione, se si prova uno strano gusto nel trovare un motivo contrario alle strade percorse per poter finalmente pagare chi ha lavorato o se, addirittura, si attende lo sbaglio pur di mettere in cattiva luce l’amministrazione. Vedremo!

O, ancora, una sequela di “Non finisce qui” ad ogni comunicato per annunciare sfracelli. Se si conoscono fatti che noi ancora non abbiamo visto, lo si dica subito. Ripeto: forse siamo ancora in tempo per affrontare situazioni o problemi non ancora chiari (la vicenda dell’ambito sociale non è ancora definitivamente chiusa!). E si dica subito perché non sono state adottate decisioni che potevano essere prese appena prima delle elezioni del 2015 per togliere l’ipoteca che oggi mette in difficoltà i conti e costringe a chiudere con un disavanzo.

Poi ci si chiede perché abbiamo chiesto il supporto di consulenti esterni! A me sembra abbastanza chiaro e, soprattutto, un atto dovuto.

Ma questa è altra storia! Ne riparleremo!

Io non comprendo davvero quale sia la strategia ispiratrice di questa opposizione. Andare nelle piazze e esternare sulla stampa con il metodo dello spot e dello slogan che semplifica e banalizza. Come quando si è detto che stiamo derubando i cittadini delle loro proprietà per la vicenda dell’enfiteusi; si è messo in dubbio che avessi rinunciato alla mia indennità di fine mandato; si è arrivati, per attaccare noi, a tirare in ballo dipendenti e collaboratori; si continua a paventare lo scioglimento del consiglio comunale.

Si portano in piazza e sulla stampa numeri senza spiegare. È vero! Questo tocca a me e a noi farlo; lo abbiamo fatto e lo faremo.

Ribadiremo che dopo anni abbiamo dovuto accantonare somme per programmi urbanistici del 2003/2004; che abbiamo dovuto coprire mancate entrate sulle concessioni cimiteriali previste dal centrodestra; che le maggiori entrate IMU da noi previste erano legate ad un conteggio relativo ad aree che avevano cambiato destinazione nel 2010 e che le abbiamo coperte tagliando la spesa; che abbiamo trovato 1.5 milioni di crediti non riscossi; che c’erano migliaia e migliaia di euro di utenze non registrate e non pagate negli anni della precedente amministrazione; che non si poteva più aspettare una riduzione dei settori perché ne sono troppi per circa 50 dipendenti; che abbiamo dovuto accatastare beni realizzati anni e anni fa; che abbiamo dovuto “contrattare” con legali e consulenti di tribunali costi e spese per contenziosi iniziati quando io andavo alle medie; che ci troviamo costretti a programmare restituzioni per oneri pagati al comune e non dovuti; che abbiamo messo mano a manutenzioni che aspettavano da anni (Punto Giovani ad esempio); che abbiamo investito fondi per adempimenti scaduti da anni (le famose verifiche di vulnerabilità da fare entro il 2013); che bisognerà capire perché al momento dell’avvio dell’ambito sociale nel 2013 non si è stabilito di ripartire tra tutti i comuni le spese di gestione o quale è l’esatta situazione dei residui che abbiamo necessità di definire nel momento in cui si avvia il nuovo ambito sociale; che tutto questo (e non è tutto) costa un disavanzo che siamo riusciti a limitare in 244.000 euro trovando anche le coperture…vado avanti?

Si è anche detto di una mia indisponibilità al dialogo e alla collaborazione. Siamo stati subissati di interrogazioni (un diritto, ci mancherebbe!) nelle quali si è continuato a definire illegittime, illecite e contrarie alla legge molte delle decisioni adottate sin da inizio mandato e si voleva far passare queste esternazioni come suggerimenti. Ma davvero mi è difficile pensare che sia così e se ho risposto contestando punto per punto non è che questo può passare per indisponibilità al confronto. È chiaro che c’è una problema sul significato delle parole. Una di queste è umiltà, oggetto di numerose riflessioni a questo proposito. Definirsi umile può essere persino da superbo. Io dico solo che cerco di essere pacato e di non rispondere alle provocazioni. Alcune volte è accaduto: chiedo scusa qui come ho fatto con i diretti interessati. È anche vero, però, che essere umile non vuol dire “prendere sberle” e restare in silenzio. Ecco perché a volte cerco di puntualizzare e offrire elementi più completi per giudicare. Non voglio censurare (ci mancherebbe!). La libertà di espressione è un diritto che difendo, ma sarà consentito anche a me condividere molto tranquillamente queste riflessioni. Non ho da insegnare nulla! Devo “solo” dimostrare perché le cose si fanno o non si fanno. Ma non so fino a che punto siano giustificate tante lezioni. Verrebbe da dire…da che pulpito!

Vedo, in realtà, la mancata elaborazione della sconfitta elettorale e il continuo coagularsi di tutto ciò che può essere o rappresentare contrasto alla nostra azione. Dopo 24 mesi, a dire il vero, non lo capisco proprio. Ma non mi rassegno e confido ancora nella possibilità che anche questo clima possa cambiare.

Non ho mai sostenuto che il mondo sarebbe cambiato con un batter di ciglia. E oggi, dopo che continuamente vengono fuori sorprese, dopo il definitivo cambiamento di norme e regole che hanno rivoluzionato il contesto nel quale ci muoviamo e dopo fatti così drammatici (questi sì, purtroppo) da modificare il corso degli eventi, sopo che, sin dal primo esame dei conti, in ogni occasione ci viene ripetuto che bisogna tagliare e tagliare ancora, ebbene, ribadisco che davvero era praticamente impossibile fare di più.

Del resto, come ho detto qualche tempo fa, cosa doveva cambiare? Innanzitutto il metodo nell’esame e nello studio approfondito di ogni questione. Questo dà fastidio a qualcuno? Mi spiace se si legge in questo qualcosa di diverso dal dovere che abbiamo di conoscere i problemi in profondità!

E intanto…se un risultato si raggiunge, secondo questa opposizione, non ne abbiamo merito e se un traguardo si allontana, è solo per la nostra incompetenza. Se arrivano alcune centinaia di migliaia di euro ti dicono “Solo questo!” e se dici che prima era più facile governare anche perché (ad esempio) era semplice fare mutui, qualcuno se la prende. Se si fa presente che non è giusto pretendere da noi quel che prima non si è fatto (magari proprio da chi aveva il dovere di farlo) si arrabbiano e se sottolinei che spesso nei no e negli allontanamenti dall’aula (abbastanza frequenti) c’è un pregiudizio, la risposta è che facciamo atti illegittimi.

E invece – perdonatemi questo “sfogo” – non viene risparmiata neanche la morale, forse per un pugno di like su fb, in questa corrida che non di rado si trasforma in un tritacarne spesso con la giustificazione che prima qualcuno ha subito ben peggiori attacchi. Insomma, la riabilitazione della legge del taglione!

Io credo che, in alcuni casi e per qualcuno, neanche portare l’acqua con le orecchie varrebbe se non un grazie, quanto meno un riconoscimento.

Ora, invece, avendo detto tanto (o forse troppo!) ci saranno analisi grammaticali con dizionario alla mano. Nessun problema! Anche questo è un diritto! Ci tenevo a condividere queste cose in un momento nel quale ho avuto modo di dire qualcosa in più del solito.

Con questo clima, però, confesso che non è una passeggiata, ma noi, intanto, continuiamo a pedalare!

Simone Dal Pozzo Sindaco di Guardiagrele

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