Consegna delle chiavi della città al Prof. Dino Mastrocola

Qual è il vero significato del gesto della consegna delle chiavi della città? Perché darle a Dino Mastrocola e farlo a scuola, tenendo lì un consiglio comunale straordinario?

Dare la chiavi ad una persona significa affidarle una intera comunità. Le chiavi si danno ai figli quando arriva la maturità e si ha piena fiducia in loro. Con questo stesso spirito la città ha dato le sue chiavi a questo suo illustre figlio. Le chiavi si danno per entrare in una casa che è propria e Guardiagrele è di Dino Mastrocola che ci torna, ogni volta, con un bagaglio sempre più ricco. Da oggi, Rettore dell’Università di Teramo, più che mai, può farlo come vuole e quando vuole!

Questo gesto parla soprattutto agli studenti. Il messaggio più importante è per loro.

Ciascuna delle due chiavi è stata forgiata da un pezzo unico di ferro e l’artista che le ha realizzate, Filippo Scioli, le ha trasformate attraverso una lavorazione che ha richiesto fatica, passione, abilità, sacrificio. Ecco, Dino Mastrocola non è nato così come oggi lo vediamo e con questo prestigioso incarico in tasca. Tutto quello che lui è oggi, è il frutto di una vita fatta di studio e lavoro, e di ogni sacrificio e privazione che anche una carriera accademica richiede e infligge.

Si cresce grazie a questo, soprattutto grazie al patrimonio di conoscenze e allo studio. Da questa pratica, che è quella che rende veramente e profondamente liberi, si cresce come comunità, non come un gruppo che si definisce in conflitto con altri (un po’ come i gruppi che oggi si definiscono come maggioranze, ma solo in negativo rispetto a qualcosa che è minoranza incolpevole che va messa fuori gioco e resa inoffensiva); non, cito ancora il predecessore di Dino Mastrocola, Luciano D’Amico, sulla base di criteri geografici o di nascita, ma in base a una comunanza di valori che diventano una protezione verso ogni forma di paura e premessa per mettersi generosamente l’uno a servizio dell’altro.

Quali sono questi valori? Sono quelli della Costituzione, quelli della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Ed è in nome di tutto questo che siamo qui, a celebrare questo importante momento. Questa è la nostra vera identità che non è ristretta nei confini dell’Aula Magna dove ci siamo incontrati, né in quelli della nostra città, ma almeno nella casa europea.

Dino Mastrocola è nato in una contrada della nostra città e nascere in una contrada sessanta anni fa marcava una differenza. Questo, però, è un fatto che oggi non può e non deve più essere motivo di divisione. L’invito è, anche in questo caso, ai più giovani che certamente hanno meno problemi di noi adulti a guardare al mondo senza il limite delle barriere e delle separazioni. Non esiste un centro e una periferia di fronte alla comunanza di quei valori che si possono conoscere solo attraverso lo studio e, in particolare, dello studio dei classici.

Oggi alcuni fatti spiacevoli accadono, forse, perché, ad esempio, non si conoscono i classici. Nei classici è scritto e detto tutto. Possiamo parlarne oggi in modo diverso, secondo un nuovo e diverso modo di vedere le cose. Ma tutto ci è stato già detto e gli anni della scuola sono quelli nei quali possiamo scoprirlo. Nessun secondo va perso perché quel tempo non tornerà!

Grazie, allora, a Dino Mastrocola; alla sua famiglia, la mamma, la signora Mariella, Luca, la comunità accademica. Grazie all’intero consiglio comunale che ha condiviso questa iniziativa. Grazie alla Scuola che ci ha accolto, a Daniela Marsibilio, Dirigente della Scuola Primaria e a alba Del Rosario, preside dell’Istituto Omnicomprensivo che ci ha invitato alla competizione non per distruggere gli altri, ma per noi stessi!

Grazie anche ai ragazzi, a quelli che sono intervenuti con le loro domande e sollecitazioni e a tutti perché si è capito quanto anche loro abbiano compreso il senso e il valore di questa giornata.

Ancora una giornata indimenticabile!

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