Che anno ragazzi!

Abituato alla corsa, rischio di dimenticare il tanto di questi 365 giorni: quello che di me ho dato e quello che a me ho tolto; quello che ho ricevuto e quello che, grazie agli altri, sono diventato.

La dimensione del noi resta il luogo più sicuro e, anche se decidere vuol pur sempre dire recidere, alla fine, se riduco alla fredda contabilità i rapporti e le cose fatte, posso dire che il bilancio è positivo.

Potrei anche misurare i successi di quest’anno con i metri cubi di asfalto posato nelle strade e, anche in questo caso, dovrei essere soddisfatto se penso che ampie zone del nostro comune hanno visto realizzarsi l’impegno preso con la cittadinanza. Potrei misurare i risultati guardando alle centinaia e centinaia di interventi della nostra squadra operai sulla pubblica illuminazione, ad esempio (le famose lampadine) e sulle innumerevoli segnalazioni arrivate. Potrei e, anzi, dovrei misurare la mole del lavoro fatto guardando ai progetti sulle nuove scuole finalmente inseriti nel piano regionale, ai finanziamenti per la bonifica della discarica, ai progetti realizzati (penso al centro antiviolenza e al servizio civile come alle iniziative legate allo SPRAR), alle soluzioni sulle quali si è lavorato senza sosta anche a beneficio delle attività produttive (con il progetto per la zona industriale che speriamo di chiudere in tempi brevi e l’annuncio del riconoscimento della ZES, obiettivo decisivo per la città), ai tanti incontri con la cittadinanza nei quartieri e nelle contrade; alle centinaia di atti prodotti (duecento delibere di giunta sono il segno di un lavoro continuo) e agli adempimenti. Dovrei, ancora, misurare i successi guardando a Guardiagrele “Comune riciclone”, al nostro ruolo nell’AGIR e al finanziamento per il centro raccolta, al Distretto Turistico e alla sua presidenza, al lavoro nascosto ma decisivo del bilancio in ordine, premessa di ogni iniziativa. Dovrei farlo e lo faccio e credo di poter dire che siamo soddisfatti.

A tutto questo che è piccola parte dei risultati raggiunti e che comunque mi obbliga a una valanga di grazie, si aggiunge molto altro.

Abbracciare il Papa e stringere, in più di una occasione, la mano al Presidente della Repubblica; ascoltare e condividere tanto con importanti protagonisti della nostra epoca (penso al Procuratore Nazionale Antimafia che ci ha fatto visita a giugno); incontrare, soprattutto, tante persone ogni giorno; coltivare un rapporto costante con la scuola mettendola al centro di tanti appuntamenti (indimenticabili le trasferte a Palermo e all’Isola d’Elba come anche le chiavi della città al Rettore dell’Università di Teramo); insistere sulla necessità di puntare sulla bellezza (come non ricordare l’Antiquarium, la fantastica Festa del Borgo con le celebrazioni per Modesto della Porta, le note della Banda della Marina Militare per ricordare Bafile, la mostra a Roma); guardare alla quantità e alla qualità delle tantissime iniziative e manifestazioni, frutto di impegno gratuito e appassionato delle tante forze vive della città (le associazioni culturali come quelle di volontariato, costruttrici di ponti e sempre al lavoro nel cantiere della solidarietà); guardare alle relazioni che si rafforzano e a quelle che nascono e arrivano a confortati nei momenti di difficoltà, quelli nei quali pensi che tutto dipenda solo da te…tutto questo mi rende felice.

L’orgoglio più grande è quello di avere rivendicato sempre le motivazioni più profonde del nostro agire: i valori e i principi della nostra Costituzione, la difesa dei diritti (come abbiamo anche plasticamente dimostrato celebrando i 70 anni della nostra Carta e della Dichiarazione Universale dei diritti umani), le scelte a favore di chi più ha bisogno e questo abbiamo fatto ad ogni costo, mettendo sempre al centro la persona!

Una ultima cosa devo aggiungere ed è la parte degli insegnamenti che ho tratto dalle tante occasioni di riflessione per quello che non è andato come doveva. Penso alla recentissima vicenda della Ball come a quella della Lazzaroni; alle richieste di aiuto alle quali non è stato possibile dare risposte; ai casi in cui non potevamo far altro che lottare e chiedere ad altri (penso alla vicenda dell’ospedale, in particolare); alle ferite piccole e grandi aperte o mai definitivamente rimarginate dalle quali non è stato sempre facile (in alcuni casi è stato impossibile) trovare motivo di speranza; alle tante cose che ancora ci sono da fare; ai percorsi chiusi, ai sentieri che si sono fatti più stretti e, fuor di metafora, alle relazioni che si sono complicate, alle situazioni in cui, del tutto involontariamente, posso avere deluso e a quelle in cui forse ho fatto errori di valutazione (tanto ho sottratto ai miei affetti e quel tempo resta il prezzo più alto che ho chiesto di pagare a chi amo di più); alle occasioni in cui io sono rimasto deluso…tutto questo forse può ancora trasformarsi o forse no! Ma non è banale sperarlo!

Intanto riprendiamo le certezze e da quelle ripartiamo per un nuovo anno!

A domani!

Simone Dal Pozzo – Sindaco di Guardiagrele

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *