9 giugno 2019: 75° Anniversario della Liberazione di Guardiagrele. Consiglio Comunale in Piazza

Ci siamo trovati a fare memoria, oggi; memoria soprattutto di un gruppo di giovani che si diedero alla macchia per non consegnarsi all’occupatore, per evitare di sottomettersi all’oppressore, per aiutare gli alleati prigionieri, inglesi e americani, a passare il fronte, “in un supremo tentativo di liberazione”, come è scritto nel diario della Brigata Maiella.

Il XII Plotone della Brigata Maiella, composto solo da guardiesi, rinnovò l’attacco alle 5.30 del mattino del 9 giugno 1944. A metà strada – leggiamo nel diario – ricevettero l’ordine di fermarsi, “ma noi con slancio abbiamo proseguito verso l’obiettivo <<Guardiagrele>>” che venne occupata alle 8,30

Il racconto prosegue sottolineando che “dall’occupazione della nostra città, il Plotone non ha mai cessato il proprio servizio”.

Quei giovani, quindi, non si fermarono, ma proseguirono; non cessarono il loro impegno, ma portarono avanti il loro servizio. E vogliamo fermarci noi?

E così venne issato il tricolore sulle torri della città che, tra grida di gioia ed entusiasmo salutò i patrioti. Il diario così annota: “Grandi entusiastiche feste vennero tributate ai liberatori dalla popolazione” e poi aggiunge, tutto maiuscolo, “TEMPO BELLO”! È scritto così. A capo e tutto maiuscolo! Doveva essere proprio bello il tempo quella mattina. C’era il sole, ma era bello non solo per questo!

Trovarsi, dopo 75 anni, a ricordare quel giorno e a farlo conferendo, con una deliberazione unanime del consiglio comunale, la cittadinanza onoraria all’Associazione Nazionale Partigiani e alla Associazione Brigata Maiella è una sorta di “restituzione”. Farlo significa, in qualche modo, portare a compimento la Liberazione perché ancora oggi abbiamo un oppressore da cui difenderci, ogni volta che i diritti vengono negati, quando il libero pensiero non viene riconosciuto, quando l’istruzione e la cultura rischiano di essere svuotati, quando si mette in discussione l’unità della Nazione e così si rinnega l’identità respingendo chi chiede aiuto.

Questo abbiamo voluto dire nell’epigrafe con un testo che non è solo nostro perché condensa riferimenti che altri ci hanno lasciato e che noi abbiamo voluto raccogliere e consegnare.

I venti anni di dittatura evocano, ovviamente, il “ventennio” che si è poi fuso con la sciagura della guerra, inutile come ogni guerra. In quegli anni fu l’obbedienza cieca a ordini illegittimi (quella di cui parla don Milani quando ricorda che a Norimberga vennero condannate persone che avevano obbedito a ordini che qualcuno gli aveva dato) a fare di carne e di sangue (il richiamo è alla postfazione di Pasolini dell’ottobre 1947 a “Il sentiero dei nidi di ragno” di Calvino e che voleva sottolineare che in quel testo si parla di storie vere, di carne e di sangue, quindi) un mucchio di stracci (esattamente come ciò che rimase di Agnese, la protagonista di “L’Agnese va a morire” di Renata Viganò che proprio con queste parole chiude la storia di questa staffetta partigiana che pagò con la vita il suo impegno).

Il giorno della liberazione venne issato il tricolore sulle civiche torri, come raccontano il diario del XII Plotone e i componenti di quella Commissione “Pro salute pubblica” che si costituì a Guardiagrele il giorno dopo la Liberazione.

La città, nel 75 anniversario della Liberazione, vuole fare memoria della lotta partigiana e delle sofferenze nascoste e crudeli (questa è l’espressione che troviamo negli atti della Costituente del maggio 1947, quando Maria Federici – una delle cinque donne della Commissione dei 75, deputata abruzzese con origini nella nostra Guardiagrele – ne parlò a proposito delle donne e della condizione del lavoro femminile, ma è, in fondo, quanto uomini e donne della nostra terra subirono durante la guerra di liberazione) dei nostri concittadini.

La città saluta la “liberazione tanto agognata” (ancora il diario dei Patrioti), serrata intorno al monumento della Resistenza (quello di cui parla Piero Calamandrei nella sua celebre epigrafe che compose nel dicembre 1952 contro Albert Kesserling, comandante delle forze di occupazione tedesche in Italia) e lo fa riaffermando la scelta della Repubblica democratica e antifascista, come lo è la nostra Costituzione.

La nostra è una scelta netta, chiara. Non c’è spazio per essere neutrali: è, questo, il momento in cui fare la scelta dalla parte dei diritti, della giustizia sociale, dell’uguaglianza, come la Costituzione ci ricorda.

Grazie a chi ha condiviso con noi il percorso verso questa giornata. Grazie all’ANCI (Associazione dei Comuni) Abruzzo, con il presidente Luciano Lapenna; all’ANPI con il suo delegato della Presidenza Nazionale Vincenzo Calò e il responsabile del Comitato provinciale di Chieti, Antonio Iovito e le diverse sezioni della provincia di Chieti; all’Associazione Brigata Maiella, con Giorgio Ranieri; alla Fondazione Brigata Maiella, a partire dal presidente Nicola Mattoscio; all’Archivio di Stato di Chieti, con il suo direttore Antonello De Berardinis.

Grazie al consiglio comunale che ha votato le due delibere all’unanimità.

Grazie a tutti i sindaci e loro delegati arrivati a Guardiagrele da Ortona, Sulmona, Vasto, Francavilla al Mare, Gessopalena, Torricella Peligna, Orsogna, Pennapiedimonte, Filetto, Palena, Fossacesia, Roccamontepiano, Casoli, Fara Filiorum Petri, San Martino Sulla Marrucina, Ripa Teatina, Giuliano Teatino, Lama dei Peligni, Ari, Taranta Peligna che hanno voluto condividere con noi questo giorno di festa. Grazie alla Provincia di Chieti.

Grazie al Colonnello Marco Belgio Murri, in rappresentanza del Comando Militare dell’Esercito; al Colonnello Florimondo Forleo, Comandante provinciale dei Carabinieri; al Maggiore Massimo Capobianco, Comandante della Compagnia dei Carabinieri di Chieti; al Capitano Giuseppe Laganà, comandante della Compagnia di Chieti della Guardia di Finanza; al funzionario delegato dal questore di Chieti. Grazie alle forze dell’ordine: la Polizia Municipale, a partire dal Comandante Andrea Trappolini, e i Carabinieri di Guardiagrele, partendo dal Maresciallo Gianluca Presutti.

Grazie al Magnifico Rettore dell’Università di Teramo, Dino Matrocola e grazie alla Scuola, con Daniela Marsibilio, dirigente della Direzione didattica di Guardiagrele; Alba Del Rosario, dirigente dell’Istituto Omnicomprensivo di Guardiagrele e Ivana Marroncelli, dirigente dell’Istituto Comprensivo di Fara Filiorum Petri. Grazie al sindaco della città dei Ragazzi, Luigi Benedetto.

Grazie alle Associazioni presenti, al Club alpino Italiano sezione di Guardiagrele, all’Associazione Nazionale Alpini sezione di Guardiagrele e all’Associazione Sentiero della Libertà di Sulmona.

Grazie a chi ha lavorato perché questa fosse una giornata davvero memorabile: ai collaboratori dell’Ufficio Cultura Angela Palmerio e Beniamino Bianco; alla mia segreteria, con Silda De Lucia; alla squadra operai con Franco Di Crescenzo, Gianni Iubatti, Domenico Fata, Luigi Santoleri e Alessandro Taraborrelli. Grazie ai ragazzi dello SPRAR che hanno condiviso con noi questa festa!

Grazie alla mia città.

Alla mia città e a ciascuno auguro giorni di TEMPO BELLO!🇮🇹🇮🇹🇮🇹☀️☀️☀️

Simone Dal Pozzo – Sindaco di Guardiagrele

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